"NON CI RESTA CHE PIANGERE” NUOVA VIA X I FRATELLI RIEGLER
Sottotitolo: Ripetizione in stile rotpunkt per Florian Riegler, atleta del SALEWA alpineXtrem Team, e il fratello Martin
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La via, di difficoltà IX+/X-, si sviluppa a fianco della celebre “Italia '61” sul Piz Ciavazes nel gruppo del Sella in Dolomiti...
Prima invernale e in contemporanea anche prima libera (stile rotpunkt) della via “Non ci resta che piangere” sul Piz Ciavazes per gli alpinisti altoatesini Florian e Martin Riegler. Aperta negli anni '90 da Edy Boldrin e Dario Feller, la via segue una linea a sinistra della celebre “Via Italia '61” sulla parete sud del Piz Ciavazes. Una via impegnativa con difficoltà iniziali intorno al 7° e seguite da tetti da superare nella parte centrale.
Prima di avviare il loro progetto di ripetizione, i due fratelli Riegler hanno chiesto ai due storici climber che per primi hanno disegnato la via una sorta di “benestare” e solo dopo aver avuto il loro consenso hanno attaccato la parete lavorando sulla sistemazione delle soste e sostituendo in parte il vecchio materiale rimasto sulla via. Il 12 gennaio, nonostante il freddo e alcune prese letteralmente ghiacciate, Florian e Martin Riegler hanno finalmente deciso di tentare l’apertura della via, tentativo che si è risolto con un fantastico successo.
Nel resoconto della loro salita, i fratelli Riegler hanno indicato di aver utilizzato 14 rinvii e cordini, dadi, due friend medi e alcuni tricam.
«Le difficoltà di questa via scalata in libera sono paragonabili a quelle incontrate su Italia '61 – ha commentato Florian Riegler - ma le protezioni sono più impegnative: i chiodi e gli spit originali ancora sulla via sono da usare con cautela poiché erano stati pensati in principio per una salita in artificiale».
La via sale tra l’evidente diedro della Zeni e lo spigolo dell’Italia 61 superando al centro una serie di placche e due grandi strapiombi. Le soste e i tiri sono attrezzati, alcune clessidre con cordini un po’ usurati. L’arrampicata è tecnica su roccia gialla e grigia quasi sempre solida, due tiri di artificiale rovinano un po’ l’insieme.
Infine una considerazione tecnica dello stesso Florian: «Mentre la parte bassa e il traverso nel tetto sono molto belli, la roccia sugli ultimi tiri è piuttosto friabile».