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L'abbraccio dei grandi campioni del Trentino per festeggiare i cento anni del Giro a San Martino Giovedì 7 maggio 2009, 11:13

Maurizio Torri
8/5/2009

San Martino di Castrozza si prepara ad accogliere il Giro d'Italia. E a festeggiare in maniera assolutamente unica il compleanno centenario della più conosciuta competizione ciclistica italiana e tra le manifestazioni sportive più famose dell'intero pianeta.

Il 13 maggio 1909, infatti, il primo Giro d'Italia della storia prendeva il via dal Rondò di piazzale Loreto a Milano. Era un Giro d'Italia ben diverso da quello attuale, composto da sole otto lunghissime tappe con 2448 chilometri in totale e 127 concorrenti al via. Solo 49 Riuscirono a completare la gara e ritornare a Milano il 30 maggio 1909.

La prima tappa (Milano-Bologna, 387 chilometri) fu vinta dal romano Dario Beni con il grande favorito, il "diavolo rosso" Giovanni Gerbi, al traguardo con quattro ore e mezza di ritardo a causa di una caduta alla partenza. A vincere il Giro d'Italia fu il varesino Luigi Ganna a cui andò il premio di 5.325 lire (il montepremi totale era di 25.000 lire), al termine di una competizione che prevedeva due giorni di sospensione tra una tappa e l'altra per permettere ai corridori "singoli" di riparare la propria bicicletta e ricevere, in caso di bisogno, le cure del medico di gara.

Il Giro d'Italia raggiungerà San Martino di Castrozza martedì 12 maggio, con i vari Basso, De Luca, Armstrong e Simoni impegnati prima a scalare il passo Croce d'Aune e poi ad affrontare l'ultima ascesa verso il centro turistico delle Dolomiti trentine.

Il giorno successivo sarà il momento della festa prima della partenza verso l'Alpe di Siusi. Il compleanno sarà festeggiato in maniera particolarissima, con una vera e propria "parata di stelle". Francesco e Aldo Moser, Mariano Piccoli e Maurizio Fondriest indosseranno tutti la maglia rosa (o meglio versioni passate della casacca più preziosa e ambita della manifestazione), inforcheranno biciclette del passato e, insieme a Gilberto Simoni, percorreranno alcune centinaia di metri per una festa del Giro d'Italia in salsa completamente trentina, tra il glorioso passato (i due Moser, Piccoli e Fondriest) e il presente, con Gilberto Simoni nuovamente alla ribalta con l’intenzione di riproporsi tra i grandi protagonisti della corsa rosa.

Per l'occasione le biciclette saranno messe a disposizione da Bruno Furlan, vicepresidente della società ciclistica Velo Sport di Mezzocorona. "Si tratta di biciclette degli anni '40 e '50 - racconta Furlan - e tra queste vi è anche una perfetta riproduzione di quella che utilizzò Fausto Coppi in uno dei suoi Tour de France. Ovviamente si tratta di bici assai particolari, con il cambio sulla forcella e l'oliatore sotto la sella che permetteva alla catena di funzionare al meglio".

L’omaggio è stato voluto dall’assessore al Turismo del Trentino Tiziano Mellarini, dal Presidente del Consiglio regionale Marco Depaoli e dal comitato tappa, presieduto da Antonio Stompanato, per festeggiare degnamente la corsa capace in cento anni di far sognare ed anche discutere milioni di italiani. E, naturalmente, per augurare altri cento anni di vita.

Nella zona d'arrivo verrà allestita una particolarissima mostra dedicata, ovviamente, anch'essa al centenario del Giro d'Italia. E qui entra in scena Luciano Berruti, ciclista amatoriale e grandissimo appassionato delle due ruote, che nella "sua" Savona ha allestito un vero e proprio museo del Giro d'Italia con biciclette, maglie ed altri cimeli riguardanti tutte le edizioni della corsa vestita di rosa, ma anche del Tour de France, oltre ad alcuni pezzi unici. E, in esclusiva per San Martino di Castrozza, Berruti salirà in Primiero ed esporrà la sua preziosissima collezione nei due giorni in cui il Giro d'Italia toccherà la nostra provincia. Lo stesso Berruti conferma che non sarà presente in occasione delle altre tappe, ma ha voluto salire in Trentino per festeggiare quelli che sono i "veri" 100 anni del Giro e per l'amicizia che lo lega a Francesco Moser.

BERRUTI, CHE EMOZIONE FESTEGGIARE I 100 ANNI

"Salirò in Trentino molto volentieri - ha spiegato Berruti - sia per contribuire alla festa che verrà organizzata per i cento anni del Giro, ma anche perché me l'ha chiesto Francesco Moser, un grande campione che è diventato mio amico. L'idea è quella di portare una quindicina di biciclette e un centinaio di maglie, oltre a borracce e coppe. Poi vedremo cosa esporre: molto dipenderà dallo spazio che mi metteranno a disposizione. Più grande sarà e più materiale sarà esposto, ovviamente. Ci saranno biciclette d'inizio secolo, alcune risalenti proprio al 1909, quando andò in scena la prima edizione del Giro d'Italia della storia e maglie storiche del ciclismo di casa nostra, senza sponsor perché allora non si usava, come quelle di Girardengo, Bartali, Coppi, Bitossi, Venturelli, Aldo e Francesco Moser, Koblet, Bugno. I pezzi pregiati? Una Durkop tedesca d'inizio secolo con manubrio originale e la forcella posteriore che si apriva, per permettere ai corridori di cambiare il tubolare in pochissimi secondi. E anche un'Atala costruita in questa maniera. Ecco questi ultimi due sono pezzi unici, che non ho mai visto da nessun'altra parte. Ma vorrei esporre anche una bicicletta uguale a quella utilizzata da Bottecchia, per me il più grande corridore italiano di ogni tempo, oscurato dal Regime e quindi poco conosciuto. La porterò di sicuro e anche in questo caso stiamo parlando di un pezzo unico.

L'organizzazione mi aveva chiesto di seguire tutto il Giro d'Italia, ma per me si trattava di un vero e proprio "lavoraccio" e quindi ho scelto solamente San Martino di Castrozza per esibire la mia collezione. Con grande gioia e disponibilità anche perché in Trentino mi sono sempre trovato bene". Poi Berruti racconta un aneddoto riguardante lui stesso e il ciclismo di casa nostra. "Ho una foto - conclude - in cui sono raffigurato mentre indosso la maglia della Forti e Veloci, una società ciclistica di Trento. Ebbene quella maglia era appartenuta a Maria Costa, una ciclista trentina degli anni '20 che poi si trasferì in America. La conservo con grandissima cura perché, anche in questo caso, si tratta di un pezzo unico".