SÜDTIROL DOLOMITI SUPERBIKE 2018 - VILLABASSA (BZ)
Sottotitolo: Kurt Ploner racconta la più amata d'Europa....
- letto 2753 volte
Kurt Ploner, presidente del comitato organizzatore della Südtirol Dolomiti Superbike, è al lavoro per garantire la massima efficienza a tutti gli atleti...
Kurt Ploner è il presidente del comitato organizzatore della Südtirol Dolomiti Superbike, al via con la 24.a edizione il 7 luglio a Villabassa (BZ), sempre al lavoro per garantire la massima efficienza a tutti gli atleti.
Kurt, come nacque la gara divenuta oggi un punto fermo del calendario? “Da un gruppo di amici 25 anni fa – afferma Ploner - appoggiandoci all’idea “svizzera” di gare marathon oltre i 100 km, una follia a quel tempo pensare di realizzare sfide di questo tipo in Italia. Abbiamo poi iniziato a coinvolgere i cinque paesi dell’Alta Pusteria e di conseguenza nacque anche il percorso, un po’ obbligato perché volevamo passare da tutte e cinque le località, questa è la Südtirol Dolomiti Superbike”.
Lavorare su 120 km in montagna, allestendo gli itinerari di gara di 60 km e 1.785 metri di dislivello e di 119 km e 3.357 metri di dislivello, non è facile: “In questi anni ci ha aiutato l’esperienza, ora sappiamo come muoverci ma abbiamo anche la fortuna di avere il sostegno delle associazioni del territorio, sia sportive che pubbliche, riuscendo a garantire la sicurezza sui 120 km”.
Ecco, l’aspetto sicurezza è un vero e proprio marchio di fabbrica della manifestazione: “Croce Bianca, tre medici, 50 infermieri ed elicottero di sostegno, 4 membri del Soccorso Alpino e quello della Guardia di Finanza, oltre al sostegno di Carabinieri, Polizia e Vigili del Fuoco sulle strade provinciali, questi ultimi vanno ringraziati in particolar modo perché - oltre a presidiare il percorso - garantiscono anche di evitare intoppi con la loro attrezzatura e professionalità”, prosegue Ploner.
Quante persone ruotano attorno al direttivo? “Cinque, ma sono tredici contando anche i responsabili dei vari paesi. Nel giorno di gara, compresi gli addetti ai ristori, siamo quasi 1000 persone, circa 70-90 ad ogni ristoro considerando i 4.000 atleti partecipanti, in modo che venga garantito il massimo ad ognuno di loro”.
Ma qual è stata la chiave del successo della Südtirol Dolomiti Superbike? “Secondo me sono due, ovvero l’aver messo sempre al centro delle nostre attenzioni l’atleta, il biker, volevamo dare all’amatore e al professionista la massima efficienza, dal primo all’ultimo. Quello che ci ha aiutato è stato l’aver dovuto sospendere la decima edizione a gara in corso per un improvviso crollo delle temperature (neve – ndr), e lì la macchina organizzativa ha dato i suoi frutti, recuperando ogni atleta ed ogni bici, riportando alla partenza 3.000 persone anche grazie alle associazioni del territorio”.
La Südtirol Dolomiti Superbike è una delle più longeve: “Diciamo che, assieme al Tour dell’Assietta in Piemonte, siamo quelli che ancora sono rimasti dagli anni ’90, poi ce ne sono 2-3 all’estero, ma penso che la nostra gara sia tra le cinque al mondo di questo formato”.
I bikers premiano la professionalità ed il modo di fare del comitato, che cerca sempre di accontentare tutti: “Non sempre funziona, ma loro vedono che ce la mettiamo tutta con la nostra passione”.
Un sogno nel cassetto? “Arrivare alla 25.a edizione, e poi si vedrà!”.