PER YANN BORGNET IMPRESA SULLE GRANDES JORASSES
Sottotitolo: Il suo personale omaggio all'indimenticabile Gian Carlo Grassi.
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Via in memoria di Gianni Comino (G.C. Grassi, R. Luzi, M. Rossi, 19 giugno 1985). Prima ripetizione integrale da parte di Yann Borgnet e Charles Dubouloz
19 giugno 1985: “Il freddo fuori stagione – raccontava Gian Carlo Grassi – ha trasformato la parete in una corazza di ghiaccio: è un momento magico che bisogna saper interpretare. Un momento atteso da anni, capace di trasformare una parete rovinosa di scariche in un'oasi tranquilla. Una fuga ininterrotta verso l'alto, senza soste, in 12 ore, nella notte”. E così la via più effimera, visionaria, lungo i 1400 metri della parete sud delle Grandes Jorasses (Monte Bianco), diventa realtà: con Gian Carlo ci sono Renzo Luzi e Mauro Rossi e il capolavoro è dedicato al mago del ghiaccio, l'indimenticabile Gianni Comino.
21 gennaio 2020: a quasi 35 anni dall'impresa di Grassi e compagni, nessuno ha mai ripercorso integralmente le loro tracce. Ma ecco che alle prime ore del giorno, pronto a cogliere l'attimo dopo averlo lungamente desiderato, Yann Borgnet sta salendo verso la “muraglia infernalmente viva”. Chi lo conosce sa che non è tipo da scalate “normali” e questa volta, insieme a Charles Dubouloz, punta davvero a qualcosa di speciale. I due amici attaccano la via dei loro sogni, assecondano la montagna che indica loro dove passare – è tutto ghiaccio, tranne un tiro di misto – e alle 19.40, dopo 10 ore di scalata, sono sulla Punta Walker, ormai parte di una storia di cui hanno finalmente scritto, spavaldi corsari d'inverno, il secondo e bellissimo capitolo.
IL RACCONTO DI YANN BORGNET
Una via leggendaria. I progetti più belli sono quelli che hanno bisogno di più tempo per essere realizzati. Era il 2012 quando conobbi questa linea affascinante. Sopra la val Ferret, oltre il caotico ghiacciaio di Pra Sec, segue una goulotte quasi diretta fino ai 4206 metri della Punta Walker. Chiamata Via in memoria di Gianni Comino o anche Phantom Direct, è stata aperta nel giugno 1985 da Gian Carlo Grassi, Renzo Luzi e Mauro Rossi, e da allora non è mai stata ripetuta integralmente. L’idea iniziale di Grassi e compagni era diversa. La cordata puntava al budello incassato che termina a sinistra della grande torre della cresta di Tronchey. Il 19 giugno 1985, effettuate ben cinque ricognizioni, i tre amici decisero di attaccare. Ma dopo le prime lunghezze, dubbiosi sulle condizioni di ciò che li attendeva sopra, decisero di piegare a sinistra. Traversarono su placche compatte e raggiunsero l’evidente serie di colate che, come un filo a piombo, scendeva dalla vetta delle Grandes Jorasses. Una volta tornato a valle, Gian Carlo dichiarò: “È una via che non sarà ripetuta tanto presto”. Venticinque anni dopo, nel 2010, Michel Coranotte, guida alpina e docente all’ENSA di Chamonix, apre Plein Sud insieme a Marco Appino, Sergio De Leo e Marcello Sanguineti, realizzando il sogno di Grassi. E addirittura trentacinque anni dopo, nel 2020, sono io ad avere la fortuna di ripetere per la prima volta, in invernale, la via del 1985: un capolavoro che con i suoi 1400 metri è la più lunga salita di ghiaccio del massiccio del Monte Bianco.
Cogliere l’attimo. Le stagioni si susseguono senza mai somigliarsi, sempre meno prevedibili, e quest’inverno conferma la tendenza. Tanto che in gennaio è possibile scalare goulotte che, di solito, vanno in condizioni durante la primavera o l’autunno: Beyond Good and Evil sull’Aiguille des Pélerins e la Modica-Noury e il Supercouloir sul Mont Blanc du Tacul sono prese d’assalto da numerose cordate. I social network giocano la loro parte e mi mettono la pulce nell’orecchio. Tuttavia, quando domenica 19 gennaio arrivo a Planpincieux per valutare la situazione, la prima impressione non è positiva: la via non sembra formata. Soltanto osservando meglio, da diverse angolazioni, comincio a pensare che la striscia bianca potrebbe essere continua e inoltrandomi in val Ferret, in un crescendo di esaltazione, ne ho la conferma! Allora mando un messaggio e una foto a Charles: “Secondo me ci siamo! Incredibile!”. Dopo i dubbi iniziali, quasi non ci credo nemmeno io…