MILLET TOUR DU RUTOR EXTREME 2014 – ARVIER-VALGRISENCHE (AO)
Sottotitolo: Una Grande Course sotto ogni punto di vista...
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Spente le luci dei riflettori, le comunità di Arvier e Valgrisenche hanno avuto modo e tempo di realizzare quanto sia bello, entusiasmante e coinvolgente il loro Millet Tour du Rutor Extrême....
Già, il loro. Perché la prestigiosa kermesse scialpinistica promossa dallo staff dello Sci Club Corrado Gex, che ha portato e fatto correre sulle montagne della Valle d’Aosta oltre 320 equipe senior e 25 squadre giovanili a rappresentanza di ben 18 nazioni, è davvero patrimonio comune. Un patrimonio da tutelare, in cui credere e di cui andare fieri.
Sarà per la bellezza degli scenari in cui si svolge, sarà per l’impeccabile e quasi maniacale cura organizzativa con la quale è proposto, sarà per quel legame con la tradizione che va a braccetto con la voglia di innovarsi e rimettersi in gioco, sta di fatto che tra le grandi classiche continentali il TDR ora occupa un posto di assoluto rilievo.
E tale leadership è in parte dovuta a quel tocco di femminilità, a quell’eleganza nel porsi, a quella cura nei particolari che solo un alto tasso di quote rosa dietro le quinte sa dare. Se Marco Camandona e il suo gruppo di tracciatori ha il merito di avere saputo proporre delle linee di salita e discesa quasi perfette, le donne del Corrado Gex sono state insuperabili nella gestione degli atleti: «Le “donne del Rutor”, come spesso ci definisce lo speaker ufficiale della manifestazione Silvano Gadin, ricoprono un ruolo importante nella buona riuscita dell’evento, ma il merito di quest’ultimo TDR va ovviamente e giustamente diviso con tutti i volontari, gli sponsor privati e gli enti pubblici che ci hanno dato una mano – ha subito puntualizzato Barbara Luboz -. La nostra è come una macchina bene rodata che gira al massimo quando tutti i suoi pezzi sono al posto giusto. Si, forse il nostro segreto è proprio questo: credere in quello che facciamo, lavorare con passione, avere dei collaboratori competenti e un buon ricambio generazionale».
Ricambio generazionale che significa anche tante nuove idee: «In questa 17ª edizione abbiamo voluto provare a comunicare maggiormente sui social network attraverso facebook o instagram, abbiamo portato molti supporter in quota con le apposite aree loro dedicate e i gadget differenziati in base ai metri di dislivello affrontati. Ma una novità davvero degna di nota è stata la partnership con l’Università di Torino e Novara, il protocollo d’intesa Studi Fisioterapici di Montagna e l’Associazione Fisioterapisti Italiana, che ha portato ad Arvier 50 studenti del settore fisioterapico, 10 laureati che facevano da tutor e ben 10 docenti. Insomma uno staff altamente qualificato al servizio degli atleti. Per noi questa collaborazione è stata motivo di lustro e soddisfazione».
Restando in tema di novità, davvero molto apprezzata il connubio tra sport, territorio e sapori volto alla valorizzazione delle eccellenze culinarie della Valle: «Ci piaceva moltissimo l’idea di legare a doppia mandata il TDR con i paesi che lo ospitano e la gente che vive su queste montagne – ha continuato Luboz -. Così in collaborazione con la Fondation Grand Paradis , sabato pomeriggio abbiamo voluto accompagnare gli scialpinisti in una degustazione guidata dei prodotti della Corbeille du Paradis, accompagnata da performances artistiche. Un viaggio alla scoperta dei prodotti tipici dell’economia agricola locale. Per i diversi giornalisti e sponsor, grazie alla preziosa collaborazione con il Crai di Arvier, abbiamo organizzato la Veillà del Tour presso la splendida location della sede della cooperativa dell’Enfer. In questa occasione sono stati presentati e degustati i migliori prodotti DOP della nostra regione, puntando in particolar modo l’attenzione sulla fontina prodotta durante l’estate proprio negli alpeggi in cui si sviluppano i tracciati di gara».
Non una novità, ma una gradita conferma la si è avuta dal Mountain Village Tour: «In periodi economici come quello attuale non è mai facile coinvolgere le aziende e farle venire ad un evento che dura più giorni. Credendo nella bontà del progetto, ci siamo impegnati molto e devo dire che il risultato è stato eccellente. Il Mountain Village è stato un momento di incontro e confronto tra imprenditori e clienti. Alla fine l’avere ottenuto consensi unanimi ci ha fatto capire che questa è la via da seguire se si vuole fare crescere la nostra gara e di conseguenza dare il nostro piccolo contributo per la crescita dello sport che amiamo».