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TOR DE GEANTS 2019 - COURMAYEUR (AO)

Sottotitolo: 
Uno spagnolo in testa al Tor des Glaciers

7/9/2019
Tags: 
Tor des Géants®
tor des glaciers

Sono passate quasi 24 ore dalla applauditissima partenza da Courmayeur del Tor desGlaciers – la “nuova” gara di 450 km voluta da VdA Trailers per festeggiare i dieci anni del Tor des Géants®....

Tra i 98 concorrenti al via (due hanno dato forfait all’ultimo momento) sono state subito scintille e tempi di percorrenza da cardiopalma. Alle ore 17 il primo concorrente, il quarantenne spagnolo Javier Puit, ha raggiunto e superato quasi d’impeto il rifugio Benevolo, a 2287 metri e soprattutto a 98 km dalla partenza e dopo essersi inerpicato per quasi 8 mila metri di dislivello positivo. Lasciato alle spalle questo punto e posizionato il timone in direzione est, verso i rifugi Savoia e Vittorio Emanuele, entrerà nel cuore della notte sotto la protezione del Gran Paradiso, sfiorandone il ghiacciaio.

 

Segue a una distanza non proibitiva l’italiano Luca Papi, varesino trentottenne residente però in Francia, dove lavora a Disneyland. Papi quest’anno ha vinto la Gran Canaria di 264 km in 50 ore, ha dormito poche ore e visto che c’era, ha preso parte anche alla Gran Canaria da 128 km, conclusa in 27 ore.

 

Terzo, in questa classifica facilmente soggetta a variazioni rapide del Tor des Glaciers, è il giapponese Masahiro Ono, uno dei più accreditati alla vittoria finale, considerando che nelle quattro edizioni del Tor des Géants® disputate fino allo scorso anno è arrivato tre volte nei primi dieci - sfiorando anche il podio - e una volta nei primi venti.
 

Tra le quattro donne in gara in testa c’è l’Italiana Marina Plavan, con cinque eccellentissimi Tor alle spalle, seguita dalla costaricana Ligia Madrigal, dalla sudafricana Anouk Baars e dall’altra italiana Ita Marzotto.
 

Da segnalare un unico ritiro, quello dell’Italiano Fabio Menni al 70 chilometro, per una tallonite che gli ha impedito di proseguire. Il lombardo Menni si è fermato ma non ha perso lo spirito sportivo. Ha deciso che si dedicherà a dare aiuto a chi passerà dopo di lui e là dove ancora ce ne sarà bisogno nei prossimi, lunghi giorni.
 

Tutto provvisorio e variabile, come variabile è il tempo che accompagna gli ultrarunners dei ghiacciai, che nella prima giornata hanno calpestato la neve ma sono anche stati inondati dal sole. Per loro un impegno fisico notevole, per la distanza, le salite e per i cambi repentini di temperatura (a proposito, lunedì è prevista una giornata freddissima) ma anche uno sforzo mentale non indifferente, per i lunghi momenti di solitudine, per l’attenzione da porre nei passaggi difficili e per la necessità di doversi trovare la strada da soli, o meglio, con l’aiuto del Gps. Del resto, le Alte Vie 3 e 4, lungo le quali si dipana il Tor des Glaciers, erano dette “le vie dimenticate” non a caso.