EVENTI KIMA 2015 - FILORERA (SO)
Sottotitolo: Sabato 12 settembre tentativo di record sul Sentiero Roma....
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Il morbegnese Saverio Monti proverà ad abbassare un primato di percorrenza che dura dai primi anni 2000....
Stessa data e stesso percorso, ora è ufficiale. Il morbegnese Saverio Monti proverà ad abbassare un primato di percorrenza che dura dai primi anni 2000. L’obiettivo dichiarato è percorrere un itinerario molto caro a trekker d’alta quota, un itinerario tecnicissimo di circa 75km con 5800m di dislivello positivo, attraversando vie ferrate e diversi valichi alpini sopra i 2500m, provando a stare sotto le 9h04’27” fatte segnare a suo tempo dal forte skyrunner di Mello Fabio Contessa.
La notizia, nell’era dei social, è stata ufficializzata proprio ieri su facebook dal trentunenne atleta della Città del Bitto che quest’estate è riuscito a calcare il gradino più alto del podio sui 60km dell’Ultra Trail di Courmayeur (4000D+). «Sabato 12 settembre tenterò di migliorare il record di percorrenza del mitico Sentiero Roma che va da Novate a Torre Santa Maria». Un record che per i corridori del cielo e i gourmet delle sky è leggenda dopo che due anni fa l’attuale campione europeo di skyrunning Tadei Pivk, proprio dopo una supervisione percorso con Saverio Monti, alzò bandiera bianca.
IL SOGNO:
«Era l’estate 2009, la mia prima volta sul Sentiero Roma, ancora non correvo e non sapevo esattamente a cosa andavo incontro – ha scritto il portacolori del Team Valtellina - . Siamo partiti una mattina fresca d’estate da Novate verso il rifugio Brasca, prima delle 5 tappe che ci eravamo prefissati di percorrere per concludere tutto il Sentiero. Mi ricordo come fosse ieri l’attimo in cui mentre arrancavo con zainone e scarponi, ho visto sfrecciare a fianco a me uno strano individuo barbuto con le scarpe da tennis che saliva leggero come uno stambecco su quelle impervie e dure salite. Da quel momento nella mia mente si sono aperte innumerevoli visioni, mi sono avvicinato dapprima alla corsa in montagna, poi alle skyrace e Ultramarathon per poi arrivare alle Gare Trail».
Lì in mezzo è passata anche un’eccellente partecipazione al Kima 2012 e quel test al fianco di Tadei Pivk che forse ha dato il là ad un ambizioso sogno: «Tantissimi i km percorsi, miliardi di gocce di sudore e centinaia di migliaia di km di dislivello, ma con in testa sempre un grande sogno, percorrere in velocità il Sentiero Roma. In questi anni ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata. Non prendetemi per un presuntuoso o un egocentrico, sono solo un amante delle sfide, le sfide con se stesso».
La sua, però, non sarà un’impresa facile. «Fabio Contessa nel 2001 fece qualcosa di epico – ha dichiarato la presidente dell’Associazione Kima Ilde Marchetti -. Nonostante le temperature rigide e il ghiaccio trovato in una freddissima mattinata di inizio settembre valicò i passi Barbacan, Camerozzo, Qualido, Averta, Torrone, Cameraccio, Bocchetta Roma e Corni con parziali stratosferici. Per capire la caratura dell’impresa, bisogna infatti ricordare che il Sentiero Roma viene solitamente affrontato dai trekker in tre giorni di camminata».
LA STORIA:
Sfogliando il libro dei ricordi, affiorano diversi tentativi. Uno dei primi a percorrere l’intero Sentiero Roma in versione “racing” è stato il sondalino Luciano Capitani che nel1985 giunse a Torre Santa maria in 9h35'15". Il chiavennasco Flavio Arrigoni impiegò invece 9 ore 15’ 48’’. Il 12 settembre del 2001, lo skyrunner di Mello Fabio Contessa (meno di 7 ore il suo personale al Kima) fermò il cronometro a 9 ore e 4’ e spicci in una giornata infausta dal punto di vista climatico. Non solo runner però si sono saggiati lungo questa famosa via. I più giovani percorrere l’intero sentiero Roma, che dalla Val Codera porta sino a Torre Santa Maria, sono stati il famoso scalatore sondriese Luca “Rampikino” Maspes e il bormino Andrea Salini. Il primo nell’82, all’età di 9 anni, impiegò 6 giorni effettuando il passo Qualido ed includendo quindi anche il rifugio Omio, mentre il secondo, a soli 8 anni, ha affrontato la variante Barbacan guadagnando così un giorno.