Il suo sguardo magnetico, il suo sorriso coinvolgente, la sua infinita passione e la lungimiranza di volere portare la gara basca all'interno del circuito più bello e prestigioso dell'arco alpino lo avevano reso personaggio conosciutissimo e stimato non solo tra gli addetti ai lavori. Ma lui personaggio lo era davvero. Personaggio di quelli con "P" maiuscola. Andoni, molto ha fatto nel proprio paese per la crescita dello scialpinismo perché la sua era passione sana. Una passione che lo portava a collaborare con gli altri organizzatori; che lo portava ad alzarsi di prima mattina, per non dire a notte fonda, e mettersi al fianco  dei tracciatori della Pierra per carpirne i segreti e, ovviamnte, per dare loro una mano.

La notizia del suo decesso è piombata come un fulmine a ciel sereno su tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Dal sito elcorreo.com si apprende che Andoni è morto insieme al atri amici,  in un tragico incidente avvenuto sabato pomeriggio nel villaggio francese di Labenne. Tutti conosciuti alpinisti, erano di ritorno da una spedizione in Cile. Dopo il violento impatto contro il TIR che li precedeva,  due degli occupanti del veicolo sono morti sul posto, mentre altri due sono morti in ospedale tra la notte di sabato e domenica. A quanto pare, anche se la dinamica dell'incidente è ancora al vaglio degli inquirenti, un camion avrebbe perso la ruota di scorta. Un secondo autoarticolato si sarebbe fermato per rimuovere la ruota dalla carreggiata e il furgone che sopraggiungeva non è riuscito ad evitare l'impatto.